Quali rischi corrono i lavoratori esposti a campi elettromagnetici? Quali effetti sulla salute ci possono essere e quali sono i soggetti più sensibili?
Il Decreto legislativo del 01 agosto 2016, n. 159 contiene le disposizioni minime di sicurezza e di salute relativ...
Quali rischi corrono i lavoratori esposti a campi elettromagnetici? Quali effetti sulla salute ci possono essere e quali sono i soggetti più sensibili?
Il Decreto legislativo del 01 agosto 2016, n. 159 contiene le disposizioni minime di sicurezza e di salute relative all'esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (campi elettromagnetici). Viste le importanti novità introdotte dal decreto è stato necessario un adeguamento delle aziende e dei lavoratori.
A cercare di rispondere alle domande precedenti è, invece, un nuovo documento redatto dal Coordinamento per la sicurezza nei luoghi di lavoro delle Regioni e delle Province autonome in collaborazione con l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL) e l’Istituto Superiore di Sanità (ISS).
Quali sono gli effetti sulla salute e sulla sicurezza?
I campi elettromagnetici “possono causare due diversi tipi di effetti noti potenzialmente dannosi per la salute e la sicurezza: effetti biofisici diretti ed effetti indiretti”. E gli effetti biofisici diretti “sono quelli derivanti da un’interazione dei campi con i tessuti del corpo e possono essere di natura termica o non termica. Si tratta di effetti a soglia in quanto si verificano solo al di sopra di determinati livelli di esposizione e sono prevenuti rispettando i Valori Limite di Esposizione (VLE) fissati dal D.lgs. 81/08 Titolo VIII Capo IV e s.m.i”.
Questa la risposta proposta dal gruppo di lavoro formato da Alessandro Polichetti (coordinatore), Oscar Argentero, Lorenzo Bordini, Giovanni Calcagnini, Federica Censi, Giovanni De Vito, Carlo Grandi, Eugenio Mattei e Giorgio Miscetti.
Quali effetti indiretti la normativa vuole prevenire?
• interferenze con attrezzature e altri dispositivi medici elettronici;
• interferenze con attrezzature o dispositivi medici impiantabili attivi, ad esempio stimolatori cardiaci e defibrillatori;
• interferenze con dispositivi medici portati sul corpo, ad esempio pompe per l’infusione di farmaci;
• interferenze con dispositivi impiantati passivi, ad esempio protesi articolari, chiodi, fili o piastre di metallo;
• effetti su schegge metalliche, tatuaggi, body piercing e body art;
• rischio di proiezione di oggetti ferromagnetici non fissi in un campo magnetico statico;
• innesco involontario di detonatori;
• innesco di incendi o esplosioni a causa di materiali infiammabili o esplosivi;
• scosse elettriche o ustioni dovute a correnti di contatto che si verificano quando, in presenza di un campo elettromagnetico, il corpo umano entra in contatto con un oggetto a diverso potenziale elettrico.
Alcuni di questi effetti, catalogati come indiretti, possono insorgere già a livelli di esposizione inferiori a quelli in grado di indurre gli effetti biofisici diretti e possono avere conseguenze anche gravi sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori.
Chi sono i soggetti più a rischio?
Ci sono gruppi di lavoratori che si possono considerare più a rischio di altri. Questi lavoratori potrebbero non essere protetti adeguatamente pur rispettando i Valori Limite di Esposizione e dei Valori di Azione stabiliti dal D.lgs. 81/08 e s.m.i.
Gli stessi devono infatti essere tutelati adeguatamente mediante il rispetto dei requisiti di protezione specificati per la popolazione nella Raccomandazione Europea 1999/519/CE, salvo alcune eccezioni.
Il documento riporta una tabella indice di questi soggetti, anche se non troppo esaustiva, che vi elenchiamo qui:
• lavoratori che portano dispositivi medici impiantati attivi (stimolatori cardiaci, defibrillatori, neurostimolatori…)
• lavoratori che portano dispositivi medici impiantati passivi contenenti metallo (protezioni articolari, chiodi, piastre, protesi…)
• lavoratori portatori di dispositivi medici indossati sul corpo (pompe esterne per infusione di ormoni)
• lavoratrici in gravidanza